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Cosa fare se  aspettare un bambino non è una bella notizia …

Il più delle volte aspettare un bambino è una lietissima notizia, ma ci sono anche i casi in cui per vari motivi, non è affatto una bella notizia.   Non starò a  dire di certo ciò che è giusto o sbagliato.

Ogni donna ha il libero arbitrio della sua vita, ma nella mia lunga esperienza  di Ostetrica mi sono capitate molte occasioni in cui ho raccolto  le confidenze delle donne, e per tale ragione ritengo opportuno parlarne per dare più informazioni a chi in ogni caso dovrà intraprendere una scelta difficile.

Io personalmente non sono a favore dell’ aborto, ma non essere a favore non vuol dire essere sempre ed incondizionatamente contraria.

Racconterò qualche storia di esperienze vere che ho seguito, tra le più recenti che ricordo e che stranamente si sono susseguite una dopo l’altra.

Mi telefonò una mia amica a cui avevo fatto nascere la  sua  bambina 5 anni prima, mi disse che era rimasta incinta e che era nel panico più profondo  e che a  40 anni di sicuro non si sentiva di mandare avanti un altra gravidanza, e voleva subito mettersi in contatto con il centro dove praticano le interruzioni per evitare di arrivare troppo tardi conoscendo i tempi in una grande città.

Io le ho detto che le avrei preso appuntamento quanto prima, cosi che lei poi avrebbe avuto il suo tempo per riflettere con calma insieme al marito. Conoscendo lei, mi era parsa eccessivamente preoccupata, quasi troppo, come spaventata, e so che  doveva passare la fase di eccessivo spavento, per lasciare poi lo spazio alla razionalità .

Dopo soli 4 giorni avevo preso l’appuntamento fatidico con il centro dove si occupavano dell’ aborto, e  nel frattempo ci si sentiva spesso.

Anche se faccio l’ Ostetrica, spesso per le mie amiche sono un punto di riferimento per tutto ciò che concerne la famiglia, e poi sono anche io che dico loro che mi possono chiamare sino al matrimonio dei loro figli.

Andammo insieme all’ appuntamento, la mia amica ha parlato con il Ginecologo responsabile del centro di Pianificazione Familiare, il quale in modo molto comprensivo e delicato ha risposto a tutti i quesiti che lei poneva, le ha fissato una data entro cui doveva portare  gli accertamenti  necessari per l’ intervento   per poi proseguire con l’ iter per effettuare l’ interruzione.

Il ginecologo comprendendo le sue indecisioni sulla situazione, tra l’ altro anche dichiarate dalla mia amica, le ha dato comunque un appuntamento dicendole che naturalmente era libera poi di non andare.

Siamo uscite dall’ ambulatorio,ed  ho visto subito dopo  la mia amica più serena, si è sentita compresa in ciò che stava vivendo, io le ho detto di prendersi tutto il tempo per valutare e decidere e parlarne anche con il marito e ci siamo lasciate cosi.

Non ho preso naturalmente posizione in nessun senso, in quanto so benissimo che una persona molto vicino  può facilmente  influenzare, ma non è quello che voglio ottenere.

Il mio scopo come amica oltre che Professionista è fornire tutti gli strumenti affinché la persona da sola arrivi a formulare una decisione che spetta solo a lei, con la consapevolezza che in futuro qualunque cambiamento ci possa essere, la persona sa che lei è  stata l’ unica responsabile delle proprie scelte senza doverne   attribuire ad altri l’ influenza.

E’ trascorso un po’ di tempo ed in seguito  quest’  amica mi chiama dicendomi che aveva preso l’appuntamento con il  Ginecologo privato  per mandare avanti la gravidanza ed era compiaciuta di questa scelta ed ha iniziato a fare tutte le domande che fa una donna  quando sa che è rimasta incinta.

Passa un po’ di tempo,   mi richiama e mi dice che alla prima  visita del ginecologo durante il  controllo ecografico non si sentiva più il battito, la gravidanza si era interrotta e che ci è rimasta molto male, in quanto nonostante le varie vicissitudini con cui era iniziata la gravidanza, poi era veramente divenuta una gravidanza  desiderata.

Questa esperienza anche se negativa, ha dato comunque un  imput alla coppia in quanto  pensavano di non avere più a che fare con argomento bambini, per vari motivi, perché dopo un po’ di mesi è arrivata una nuova gravidanza che  sta  procedendo bene, è  al sesto mese e tra poco nascerà una bambina e sono tutti molto contenti.

Nello stesso tempo ho seguito una coppia di amici, i quali anche loro non volevano portare avanti la gravidanza, per l’ instabilità del loro rapporto, in quanto erano insieme da poco e non c’ erano i presupposti per una storia destinata a lieto fine.

Anche loro hanno preso subito l’ appuntamento per fare l’ interruzione di gravidanza. Nel frattempo ho visto più volte pensarci e ripensarci, lei avrebbe tenuto volentieri il bambino, ma non se la sentiva di fare tutto da sola , in quanto in questo rapporto di coppia non si intravedeva futuro.

Anche in questo caso non è stato facile mantenere un punto di vista neutro, ci sono stati più episodi in cui prima decidevano per il no, e poi per il sì perché andavano in crisi come coppia, sino all’ultimo giorno in cui la mia amica non è andata più a fare l’ interruzione  pur essendo consapevole che la loro storia era agli sgoccioli.

Anche qui partiamo con la normale procedura di controlli  per la gravidanza cambiando finalmente rotta.

Dopo un mese e mezzo mi chiama disperata la mia amica, perché ad una ecografia di controllo le viene detto che il suo bambino ha una malformazione alla testa incompatibile con la vita , e che le viene consigliato di fare l’ aborto terapeutico.

Ripetiamo gli accertamenti , ma la diagnosi è sempre la stessa, ed allora si è  dovuto procedere per l’aborto terapeutico.

La mia amica ha affrontato il tutto con la consapevolezza che lei era stata forte da scegliere la vita per il suo bambino, nonostante tutto sembrava essere avverso, come il lavoro instabile, il rapporto chiuso con il suo compagno ecc. ecc.,  poi è successo ciò che è successo, ed è stata un  esperienza pesante.

In questo caso io mi sono chiesta, se mai si sarebbe sentita forte e fiera della sua scelta se non avesse deciso  quasi l’ ultimo giorno del tempo stabilito dalla legge,   di non andare più per fare l’ interruzione, ma  continuare la sua gravidanza.

Ora questa coppia  si è di nuovo unità, con le intenzioni di chi vuole farcela a superare tutte le avversità…  ed è sempre vero il detto ” se sono rose fioriranno…”

Racconterò un’ altra vicenda, questa con un lieto fine ma sempre con qualcosa da insegnare.

Una mia amica che ha già  due bambini rimane incinta, e proprio il terzo  non era voluto, almeno non da lei.

Ma porta avanti la gravidanza con vari e piccoli problemi,  che si instaurano  durante la gravidanza, sino a che un giorno  capito a casa sua e mi racconta tutte le sue preoccupazione e quanto stava vivendo male  questa gravidanza a causa del suo rifiuto iniziale. Prima di allora non c’era stato modo di scambiare delle confidenze.

Abbiamo fatto un po’ di Procedimenti rivolti ad alleggerire queste ansie e preoccupazioni, in quanto ho fatto dei corsi  che mi permette di operare anche in questo ambito, ma non sono Psicologa, e dopo  poco tempo  alla mia amica sono sparite ansia e stress causata da questa gravidanza non voluta, per lasciare il posto all’ infinito amore  che solo una mamma è in grado di dare,  ed è stato bellissimo vedere questo cambiamento.

Questa mia amica ha partorito un bellissimo bambino, che ora  ha 8 mesi ed ancora allatta, ed è una mamma serena e felice della sua
” abbondante “  famiglia.

Quando mi telefona una persona  che vuole optare per intraprendere l’ aborto volontario, devo comunque dare informazioni  e sostegno psicologico qualunque sia la mia posizione, mantenendo un atteggiamento da professionista ma essendo donna e mamma, a noi Ostetriche  riesce ancor di più essere vicino alla donna,  più  di chiunque altro professionista che ruota intorno alla donna.

La maggior parte delle volte mi viene chiesto il centro più  vicino dove la donna può essere seguita per  fare l’ intervento di interruzione volontaria di gravidanza, ed io  induco ad andare al più presto, cosi  che la donna  coinvolta  in questo problema , è più  tranquilla, sa di non arrivare troppo tardi e  può essere in grado di ricevere una consulenza sulla sua situazione ed accettare qualsiasi tipo di comunicazione a riguardo .

La cosa importante che cerco di far comprendere è di prendersi tutto il tempo a disposizione; da quando  ci si accorge della gravidanza all’ interruzione decorrono circa  sette  settimane per una riflessione accurata sulla situazione  in cui si trovano.

Informo che in ogni caso è una decisione importante, e che può segnare la loro vita futura, la loro serenità e pertanto vale la pena non prendere decisioni affrettate, per poi scoprire in un secondo momento che hanno fatto la scelta sbagliata .

Tutto questo naturalmente senza nessun tipo di influenza, in quanto la scelta la può fare solo chi vive in prima persona il problema.

Io mi limito ad assicurarmi che la donna è tranquilla e confortata per poter scegliere. Spesso mi è capitato che la donna ha optato da sola di non intraprendere la scelta iniziale, cioè quella di abortire  e questo è il finale più  ambito da me, da tutti, dall’ umanità …

Io cerco di far capire che non sempre nella vita ciò che sembra la soluzione più  diretta a diminuire i problemi, in un immediato presente, è poi quella più giusta in un futuro più distante…

Faccio un esempio concreto, cosi che si afferra quest’ affermazione. E’ accaduto ad una persona  che dopo aver avuto un bambino ed una separazione ha intrapreso una storia d’ amore,  c’è  stato un rapporto a rischio , e lei è corsa a prendere la ” pillola del giorno dopo”,  per evitare a tutti i costi una gravidanza cosiddetta ” indesiderata ” .

Dopo un pò di anni questa storia è finita, in quanto anche le  storie d’ amore purtroppo finiscono, e questa donna nel pensare a quanto era accaduto in relazione ad una gravidanza, era fortemente convinta che forse una loro creatura poteva non mettere in crisi la loro storia e se anche doveva terminare, ora a lei non spaventava più l’ idea di avere con se il frutto del loro amore; avrebbe avuto comunque qualcosa di valore, piuttosto del vuoto assoluto intorno a lei…

Ricordando  questo episodio ripercorreva i suoi pensieri del passato, ed allora, in passato,  ha pensato che era meglio non avere altri problemi, lei un figlio, lui altri due ecc. ecc. in quel momento vedeva la nascita di una vita un problema, non compatibile con le esigenze del momento, ma poi ha visto questi suoi pensieri  come un suo gesto di profondo egoismo ed invalidazione nei suoi confronti, in quanto aveva pensato di non essere all’ altezza di potersi occupare di un altra persona , o che non era il caso… quando invece un pò di lavoro in più  non ha mai fatto male a nessuno, anzi è stato visto essere terapeutico… e ora il suo punto di vista era totalmente differente sul problema…

Insomma la cosa veramente importante è una valutazione sana e lungimirante del problema, lontano dalle paure che spesso tendono solo a frenarci pensando che questa è la cosa giusta per noi e tutti, ma purtroppo non sempre si è rivelato essere così.

Quello che vorrei far capire a chiunque si trova in questa situazione indubbiamente delicata, che un bambino non è una palla al piede come quella che mettono nei giornalini che serve a ” bloccare ” dal correre verso la vita all’ ergastolano, ma è una ” spinta” verso l’ espansione delle nostre aree della vita , e può  essere un occasione per far prendere la responsabilità giusta nei riguardi della nostra vita con un punto di vista più creativo e di successo.

Quindi non cercate di essere preda della paura, ma scacciatela in modo da poter prendere una decisione più corretta per voi.

Spero vivamente che tutte queste  informazioni e confidenze di vita vissuta  rivelate con il solo scopo di essere utili, raggiungono lo scopo di esservi di aiuto nel caso vi trovaste nella situazione che dà  il titolo a questa pagina.

Io  sarò con voi e non contro di voi in ogni caso. Buon proseguimento della vostra vita  in ogni caso…

Una protagonista ci parla…



Un’ amica, citata  nelle esperienze descritte  nell’ articolo ha mandato un suo commento. Vi propongo, di seguito, la sua lettera.

Cara Pina,
grazie, ho letto il tuo racconto della mia storia difficile, è stato commovente e riflessivo ripassare attraverso a tutto ciò che mi è successo attraverso gli occhi di un’altra donna… grazie per esserci stata in quei momenti, lo apprezzo di cuore e grazie per continuare ad esserci!
Se possibile mi piacerebbe che tu lasciassi questo mio messaggio a tutte le donne che per vari motivi si troveranno a leggere questa sezione del tuo sito, è un mio personale consiglio, per loro, un ulteriore punto di vista che può esser dato da chi è già passato in questa situazione..


Carissime donne, io sono Silvia, Pina ha raccontato la mia storia perché vi fosse d’aiuto e dopo averla letta mi son sentita in dovere di scrivere queste righe anche io..
Un anno fa ho conosciuto un uomo di cui mi sono profondamente innamorata, anche se ci conoscevamo da poco la mia affinità per lui era molto alta e credo che anche da parte sua fosse così, in poco più di due mesi rimasi incinta ed il mio compagno, avendo già tre figli, e varie difficoltà da fronteggiare mi disse che non voleva avere questo bambino, lo sentiva come un problema molto grande che andava ad aggiungersi a quelli già esistenti.

Io in cuor mio ho sempre desiderato esser mamma, e mi trovai di fronte ad una decisione dura da prendere, l’amore per il mio compagno e l’amore per la vita.. un figlio…premetto che io ho sempre sostenuto che l’aborto non sia la scelta migliore da farsi in qualunque caso, ma presa dalle paure e dalle difficoltà mi sono lasciata anche io tentare dall’idea che forse non avere il bambino in quelle condizioni (economiche disastrose e di coppia con il mio compagno) sarebbe stata la cosa migliore per tutti…


In realtà soprattutto adesso mi rendo conto quanto mi lasciai condizionare dalla paura di non farcela, e la paura in ogni caso non è mai una buona consigliera…

Bisogna avere un stato d’animo il più tranquillo possibile per effettuare una decisione che comunque cambierà il cammino di un’intera vita, sia in un modo che in un altro.

Un altro suggerimento che mi sento di darvi è di prendere più informazioni possibili riguardo alle cose che potrebbero portare ad una decisione piuttosto che un’altra…
Chiedete aiuto, ai familiari vicini, ad amici, a tutte quelle persone che potrebbero essere coinvolte nella vostra vita… Anche se vi trovaste sole, senza un compagno, l’aiuto può essere trovato e la vita vincere anche se a primo impatto sembra il contrario…


So che è dura, ma cercate di prendere una decisone serena, chiedendo a tutti e tutto quello di cui avete bisogno per decidere, se vi aiuta a stare serene fate come me, avviate la procedura per l’interruzione.


Potrete comunque non presentarvi nel caso in cui abbiate cambiato idea..
Purtroppo, io il bambino non ho potuto comunque averlo e la relazione con il mio compagno ha tutt’ora degli alti e bassi enormi… Ricordatevi, in qualunque situazione, ed in qualunque tipo di relazione, che l’amore di un genitore per un figlio, è il tipo di amore che a mio modesto parere è il più ampio e si avvicina alla perfezione!
Vi faccio i miei migliori auguri.
Un abbraccio, Silvia

Ciao Silvia,

grazie per il tuo intervento; arriva proprio l’autenticità della tua esperienza e del tuo messaggio, ed è davvero incisivo a favore della vita…

Ti sei espressa chiaramente, come solo noi donne sappiamo fare. Auguroni per il futuro.

15 Raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

Il benessere psicologico della neo-madre deve essere assicurato permettendo, durante il parto, il libero accesso a una persona di sua scelta e favorendo la possibilità che riceva visite nel periodo post-natale; l’équipe terapeutica deve comunque assicurare un supporto emotivo.

A tutte le donne che partoriscono in una istitu­zione deve essere garantito il rispetto dei loro valori e il diritto a porre in atto quelle pratiche che appartengono alla loro cultura.

L’induzione del travaglio dovrebbe essere riservata solo in quelle situazioni in cui vi sono specifiche indicazioni mediche ed in nessuna regione geogra­fica si dovrebbe avere un tasso superiore al10%.

In nessuna regione geografica si giustifica una percentuale di parti cesarei superiore al 10-15%.

Non c’è nessuna prova che dopo un precedente cesareo sia richiesto un ulteriore cesareo per la gravidanza successiva; parti vaginali, dopo cesa­reo, dovrebbero essere incoraggiati.

Non c’è nessuna indicazione medica per la rasa­tura del pube e per il clistere prima del parto.

La rottura artificiale delle membrane, fatta di routine, non ha nessuna giustificazione scientifi­ca e se richiesto si raccomanda solo in uno sta­dio avanzato del travaglio.

Durante il travaglio ed il parto si dovrebbe evita­re la somministrazione routinaria di analgesici o anestetici che non siano richiesti specificamente per correggere o prevenire complicazioni.

Il monitoraggio elettronico fetale dovrebbe esse­re eseguito solo in situazioni mediche particolar mente selezionate e nel travaglio indotto.

Si raccomanda di non mettere la donna netta posizione supina durante il travaglio e il parto, incoraggiarla a camminare durante il travaglio e permetterle di scegliere liberamente quale posi­zione adottare durante il parto.

L’uso sistematico detrepisiotomia non è giustifi­cato.

Il neonato in salute deve restare con la madre ogni volta che le condizioni di salute di entram­bi lo permettano; nessun processo di osserva­zione della salute del neonato giustifica la sepa­razione dalla madre.

Si deve promuovere immediatamente l’inizio del­l’allattamento, anche prima che sia lasciata la sala parto.

L’allattamento al seno costituisce l’alimentazione normale e ideale del neonato e dà allo sviluppo del bambino basi biologiche ed effetti impareg­giabili.

In gravidanza si raccomanda un’educazione siste­matica sull’allattamento al seno, poiché attraver­so un’educazione ed un sostegno adeguato tutte le donne sono in grado di allattare il proprio bam­bino; si devono incoraggiare le madri a tenere il bambino vicino, offrendogli il seno ogni volta che lo richiede; si raccomanda di prolungare il più pos­sibile l’allattamento al seno ed evitare aggiunte di preparati per lattanti: una madre in buona salute non ha bisogno di dare alcun complemento fino a 4-6 mesi di vita del bambino.

Tratto da: Tecnologia appropriata per la nascita, O.M.S., 1985