S.O.S. BAMBINI

Come Coordinatrice del Comitato dei Cittadini dei Diritti Umani, un organizzazione di volontariato non a scopo di lucro, finalizzata ad investigare e denunciare le violazioni psichiatriche dei Diritti Umani, mi occupo della nuova campagna di informazione in merito alla somministrazione di psicofarmaci ai bambini.

La somministrazione di psicofarmaci è notevolmente aumentata negli ultimi anni, nonostante sia risaputo che questi psicofarmaci possono causare effetti collaterali notevoli come, in alcuni casi il suicidio.

In questo momento da vedere,importante per chi ha bambini: dvd su you tube ” ERRORE FATALE “.
Di seguito trovrete articoli che ho selezionato per avere più informazioni sul soggetto .

Cari genitori, il futuro del tuo bambino è nelle tue manni.

DOSSIER BAMBINI IPER-ATTIVI

C’è molta confusione sul termine. Come capire se un bambino è semplicemente vivace oppure iperattivo. La polemica sulle cure farmacologiche.
Parla la psicologa Dolores Rollo
15/08/2010

Può capitare che dalla scuola venga segnalato che un bambino sia “iperattivo”.

C’è tuttavia molta confusione sul termine. Come capire se un bambino è semplicemente vivace oppure iperattivo? Sciogliere questo dubbio sarebbe di grande aiuto a tanti genitori, spesso confusi e disorientati.

«Per “iperattività” si intende un esercizio eccessivo e incontrollato dell’attività motoria (gli esperti la chiamano Disturbo da deficit di attenzione iperattività)», spiega Dolores Rollo, docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’Università di Cagliari. «Per questo i bambini si mostrano costantemente disattenti, iperattivi e impulsivi».

E, quindi, sono quasi sempre in azione, si stancano di un impegno dopo pochi minuti e spesso non riescono a pensare prima di agire.

«In realtà, di tutti i bambini segnalati dagli insegnanti per un livello di attività e disattenzione eccessivo», precisa l’esperta, «solo una piccola parte presenta questo disturbo».

Difatti, «sono diversi i sintomi di cui bisogna verificare la presenza per avere una diagnosi sicura», sottolinea sempre la Rollo.

Non va dimenticato, inoltre, che «rispetto al bambino vivace, di solito ben accetto dai compagni, nel piccolo iperattivo le difficoltà di comportamento causano problemi scolastici, conflitti familiari e impedimenti nel costruire buone relazioni.
La conseguenza immediata è il rifiuto da parte dei compagni e anche degli adulti».

A tal proposito, numerosi esperti suggeriscono di “placare” questa smisurata turbolenza attraverso una terapia farmacologica.

Ma è davvero utile, oppure è solo un tentativo per “sedare” gli eccessi dei piccoli che gli adulti non sono capaci di tenere a bada?

In Europa le linee guida cliniche raccomandano l’uso dei farmaci nei casi più gravi, sotto controllo medico. Ma «i farmaci non sono pozioni magiche che annullano il disturbo.

Infatti, agiscono sui sintomi, cioè sui problemi del comportamento, ma non sulle cause, e possono avere effetti collaterali», chiarisce la docente. I genitori si imbattono quasi sempre in un sentiero impervio: non è facile individuare la strada ottimale capace di tutelare la salute dei loro figli.

«Dovrebbero essere informati in modo chiaro sui rischi dell’iperattività e sui diversi trattamenti psico-educativi che possono sostituire e/o accompagnare l’eventuale terapia farmacologica», suggerisce la psicologa.

Inoltre, vanno incoraggiati a capire ciò che accade prima, durante e dopo il comportamento inadeguato:«Solo così possono coinvolgere i figli in azioni positive e collaborative, più che oppositive e punitive».

Anche gli insegnanti, «possono usare diverse strategie per contenere l’iperattività (utilizzarla come premio) e per diminuire la richiesta di attenzione (frazionando i compiti) e possono soprattutto creare un clima di fiducia».

E quando, nella maggior parte dei casi, si tratta semplicemente di un bambino vivace? «Bisogna comunque evitare sia la costrizione che la punizione.

La vivacità è sicuramente un punto di forza (non a caso i genitori ne vanno fieri) che andrebbe valorizzata.
Il genitore di un bambino vivace potrebbe aiutarlo a considerare le sue altre forme di comportamento, prendendo come esempio i bambini più calmi.

La stessa cosa potrebbero fare le insegnanti, facendo sì che la piccola peste lavori in classe col bambino più tranquillo».
Simone Bruno

A PROPOSITO DI SCUOLE…

* Le scuole italiane si suppone si occupino di educazione dei bambini.

In alcune di queste invece vengono anche proposti test psichiatrici per la valutazione comportamentale, grazie ai quali è possibile etichettare bambini vivaci o disattenti come malati di una ipotetica “malattia” psichiatrica chiamata Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività ( ADHD ).

* La Sindrome da da Deficit di Attenzione e Iperattività ( ADHD ), pur essendo una malattia “ufficiale”  psichiatrica, per la quale vengono  prescritti a bambini psicofarmaci come Ritalin e Strattera, viene diagnosticata in pratica solo sulla base di test a domandine di questo tenore scientifico:

- ha difficoltà a giocare tranquillamente ?

- non riesce  a stare seduto ?

- da seduto giocarella con le mani e i piedi ?

- non riesce a stare in silenzio ?

Accettereste che vostro figlio venisse dichiarato malato psichiatrico sulla base di domande di questo tipo?

* Nei convegni ufficiali viene detto: l’ uso degli psicofarmaci è l’ultima risorsa”, “la cura è  di tipo psicopedagogico”, ” la famiglia è importante”…
Si trascura il fatto che proprio grazie all’uso di questi test effettuati nelle scuole, il numero di bambini “arruolati” come malati di presunti disturbi mentali è aumentato in tutto il mondo in modo vertiginoso!

* Gli psicofarmaci prescritti ai bambini hanno effetti dannosi! Il Ritalin ( che appartiene alla famiglia delle anfetamine ) era stato ritirato dal mercato nel 1984 perchè ritenuto pericoloso, mentre lo Strattera negli USA è stato messo in relazione con un altissimo numero di suicidi nei bambini.
Queste informazioni vengono rivelate ai genitori?

* Negli ultimi due anni in Gran Bretagna la prescrizione medica di psicofarmaci ai bambini è aumentata del 9200%, mentre in Germania è aumentata del 800%. Ora stà iniziando anche in italia. A chi conviene tutto ciò? Non certo ai bambini…

* Nessuno nega che esistono bambini con problemi di varia natura e genere; un bambino iperattivo e distratto può essere disattento o troppo attivo per centinaia di motivi differenti:

I comportamenti, anche problematici, sono manifestazioni di svariati problemi, non malattie.

GLI PSICOFARMACI NON SONO GIOCHI PER BAMBINI

Aumentare la consapevolezza del pubblico sul potere distruttivo delle sostanze tossiche e sulle responsabilità della società nel prendersi cura del benessere dei bambini è uno scopo di valore.
Ma guardiamo le cose come stanno.
Il numero di bambini drogati si è moltiplicato in modo esponenziale negli ultimi anni.
È un fatto che milioni di bambini, oggi, vengono trattati con farmaci psico stimolanti sulla base di ipotetiche malattie mentali.
Tra questi farmaci psico stimolanti troviamo il Ritalin, il cui principio attivo è il metilfenidato; la Dexedrina, il cui principio attivo è la destroanfetamina; la Desoxina, il cui principio attivo è la metanfetamina.
Tutte queste sostanze causano dipendenza, possono rappresentare l’accesso ad altre droghe che causano anche maggiore dipendenza e vengono usate regolarmente come sostanze d’abuso sia dai più giovani che dagli adulti. Il Ritalin, a volte, viene addirittura ridotto in polvere e sniffato, in sostituzione della cocaina.

Oggi, proprio qui in Europa, ad un bambino di soli otto anni si può prescrivere il Prozac. L’EMEA, l’agenzia europea del farmaco, sostiene che quel farmaco è sicuro per i bambini, nonostante sia noto che il Prozac può scatenare intenti suicidi e comportamenti violenti nei pazienti che lo assumono.

Abbiamo già dimenticato le stragi nelle scuole?
In Oregon, dove il killer Kip Kernell agì sotto l’effetto del di Ritalin e Prozac. O Eric Harris, il killer della strage di Columbine dove furono assassinate dodici persone o Seth Trickey che era sotto l’effetto di due psicostimolanti quando sparò a quattro ragazzi e li uccise, nella scuola media di Oklahoma city?
Ma al di là di questi indicatori estremi di scelte mortalmente sbagliate, abbiamo diversi studi a dimostrare che chi fuma, beve o prende stimolanti in tenera età è maggiormente esposto al rischio di future tossicodipendenze, rispetto a chi non lo fa.
Ora, perché l’Europa sta spingendo i suoi bambini verso le sabbie mobili della confusione biochimica, invece di educarli ad una vita libera dalle droghe? Abbiamo forse deciso di soccombere?
Vogliamo dire addio al nostro stesso futuro svendendo i nostri bambini al miglior offerente?
È morta fino a tal punto la nostra cultura o è che non abbiamo più alcuna cultura, alcun valore da offrire ai nostri bambini, al di là di un pugno di nuove etichette di pseudo disordini mentali con le relative ricette a base di psicofarmaci?

Crediamo di essere ancora in tempo per spezzare questo circolo vizioso, ma dobbiamo agire in fretta e soprattutto dobbiamo dire ai bambini, ai loro genitori, agli insegnanti ed al pubblico in generale la verità sulle droghe psicoattive.
E la verità pura e semplice è che si tratta di veleni pericolosi, in grado di rovinare giovani vite e distruggere il vero tesoro nascosto nel cuore di ogni bambina e di ogni bambino: i sogni di domani.

PSICHIATRIA: MAGGIORE PROMOZIONE DELLE MALATTIE MENTALI E AUMENTO DEI CONSUMI DI PSICOFARMACI

È di questi giorni la notizia che per tutto il mese di marzo e sino alla fine di aprile in diverse città della Penisola farà tappa un tour denominato «In viaggio: al centro della mente», organizzato da Clinical Forum sotto l’egida della Società Italiana di Psichiatria al fine di “far conoscere” al pubblico attraverso dibattiti ed incontri con “specialisti” le svariate problematiche legate al mondo della malattia mentale.
Milano, 09/03/2011 (informazione.it – comunicati stampa) Alcuni recenti studi che accompagnano questa iniziativa sottolineano come nelle grandi aree metropolitane, quali quelle di Roma, Milano e Genova, esisterebbe un “rischio psicosi” aumentato del 30% rispetto ai dati nazionali: ciononostante, secondo una ricerca svolta sul solo territorio milanese, meno della metà di chi necessiterebbe di “trattamenti” si cura. Quindi si vuole curare anche i rimanenti 11/19 mila abitanti.

Sembrerebbe questa, di primo acchito, un’iniziativa lodevole, al pari di altre simili rivolte
Ma se riguardo a queste ultime da decenni la ricerca ha compiuto passi da gigante, permettendo una diagnosi precoce e un trattamento medico efficace che ha portato ad un effettivo miglioramento delle condizioni di vita di molti pazienti, questo non può certamente essere affermato per il campo della psichiatria ove, a tutt’oggi, sembrano prevalere più le“opinioni”rispetto ai dati e ai fondamenti scientifici.

Le varie polemiche riguardo alla prossima edizione e pubblicazione del DSM – V (il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), la “bibbia” della psichiatria tradizionale, sembrano confermare questa ipotesi: è recente la notizia che la task-force preposta alla redazione ed all’estensione del testo voglia escludere le diagnosi di alcuni “disturbi della personalità”, come quelli paranoide, istrionico, narcisistico e dipendente.
Tale esclusione sembra dettata più da interessi economici ed ideologici, piuttosto che da reali esigenze scientifiche. Difatti tali disturbi non sono facilmente “medicalizzabili” e non richiedono alcun trattamento farmacologico, risultando quindi essere poco… remunerativi.

Si resta però basiti da quanto sia semplicistico lasciare al libero arbitrio introdurre e/o rimuovere dagli elenchi “ufficiali” delle discipline psichiatriche, “malattie” e “disturbi mentali” sulla base di mere opinioni, in quanto non esistono ad oggi test oggettivi e scientifici che ne comprovino la reale esistenza.
Tra tutti i testi di natura medica, il DSM è l’unico che viene compilato e redatto tramite votazione (!) riguardo all’inserimento o all’esclusione di presunti “disturbi”.

Nessun immunologo si sognerebbe di togliere dai testi di medicina malattie quali la varicella o l’epatite che hanno evidenti indicatori fisici riscontrabili da semplici analisi ematiche!

Quindi perché si vogliono promuovere le potenziali malattie mentali e il fatto di “curarle”? Perché invece c’è molta poca informazione riguardo gli effetti di molti dei farmaci impiegati per “curare” i così detti disturbi psichiatrici?
Secondo il rapporto dell’Osservatorio dell’impiego dei medicinali 2010 (OsMed), gli antipsicotici hanno avuto un incremento della spesa del 5,2% e gli antidepressivi di nuova generazione (SSRI) sono i farmaci a maggior prescrizione del gruppo del sistema nervoso centrale, con un incremento sia di quantità prescritte (+2,6%) sia di spesa (+2,3%).
Da un’analisi delle banche dati relative alle prescrizioni farmaceutiche delle 22 ASL italiane, dal 2003 al 2008 gli antipsicotici sono passati da 556.114 a 877.403 pezzi/anno, e il consumo in questi sei anni è più che raddoppiato. Per quanto riguarda gli antidepressivi vi sono studi su questi farmaci che hanno portato a dubbi e discussioni che abbondano anche sulla loro sicurezza, soprattutto nella popolazione più giovane, dato il rischio di idee suicidarie .

Che le case farmaceutiche c’entrino qualcosa in tutto ciò?

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani consiglia di informarsi attentamente prima di accettare facili diagnosi psichiatriche e richiedere analisi mediche approfondite, di far riferimento per tutelarsi alla seguente documentazione: “Informazione e consenso all’atto medico” del Comitato nazionale di bioetica – 20 giugno 1992 e, dal Codice deontologico dei Medici italiani, l’Art. 33 – Informazione al cittadino e, dello stesso codice, gli articoli 27, 6, e 18.

Silvio De Fanti
Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus

INSERISCO UNA LETTERA DI UNA MAMMA …

Editoriale/ Stiamo uccidendo i bambini

Giovedí 14.07.2011 13:43

Mentre il Wwf sta festeggiando i suoi cinquant’anni di attività nel salvare le creature del mondo, l’animale più sapiente, erudito e “civilizzato”, cerca di far fuori la sua stessa prole.
Psicofarmaci ai bambini: Fazio, il nostro ministro della salute, conferma la sperimentazione di uno dei mille prodotti in circolazione volti a distruggerli, a drogarli fin dalla tenera età, la guanfacina.

Ecco quello che sappiamo fare. L’iniziazione è compiuta. Abbiamo trovato il modo di averli sotto controllo, di ridurli a larve viventi, dipendenti delle nostre volontà, senza pensare ai danni che andremo a creare.

Si può mai pensare di distruggere i bambini perché ritenuti “iperattivi”? Perché, a detta degli psichiatrici, presentano disturbi comportamentali… ? Ma si può mai pensare di drogare dei bambini? Che follia!

Noi (www.narcononsudeuropa.org) siamo qui a combattere droghe di strada più o meno conosciute e a volte non sappiamo neanche i danni cerebrali che rilasceranno nel tempo.
Ci preoccupiamo di rendere i nostri giovani più informati affinché non cerchino nella droga le soluzioni della vita e, in contrapposizione, cosa facciamo? Droghiamo i bambini!

I bambini non si toccano. Sono il dono prezioso alla nostra continuità. Sono la fonte di sopravvivenza di questo pianeta, sono i custodi che nel futuro porteranno avanti le nostre memorie. Vanno accuditi, aiutati, indirizzati, in un unica parola, sono intoccabili!

Parola di mamma.

Pinuccia Cambieri